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Con il termine destra, utilizzato in ambito politico, si indica la componente del Parlamento che si siede a destra del presidente dell'assemblea. Tradizionalmente queste posizioni vengono ricoperte da chi rappresenta le posizioni di tendenza più conservatrice.

Le denominazioni "destra" e "sinistra" delle due parti opposte nell'arena politica nascono in Francia poco prima della Rivoluzione francese. Nel maggio 1789 furono convocati gli Stati generali dal Re di Francia, un'assemblea che doveva rappresentare le tre classi sociali allora istituite: il clero, la nobiltà e il terzo Stato. Quest'ultimo si ordinò all'interno dell'emiciclo con gli esponenti conservatori capeggiati da Pierre Victor de Malouet che presero i posti alla destra del Presidente, i radicali di Honoré Gabriel Riqueti de Mirabeau quelli alla sinistra. Questa divisione si ripresentò anche in seguito, quando si formò l'Assemblea nazionale. A destra prevaleva una corrente volta a mantenere i poteri monarchici, a sinistra stava la componente più rivoluzionaria.

Quando, a fine agosto, si discusse l'articolo della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino che riguarda la libertà religiosa, "coloro i quali tenevano alla religione e al re si erano messi alla destra del presidente, per sfuggire alle urla, ai discorsi e alle indecenze che avevano luogo nella parte opposta", dove stava la componente più rivoluzionaria (Marcel Gauchet). La denominazione si consolidò durante l'Assemblea legislativa e la Convenzione Nazionale. Con Restaurazione la distinzione si conferma come una caratteristica costante del sistema parlamentare, destinata a durare. Dalla Francia si estese rapidamente a tutta l'Europa. Nel periodo della Restaurazione, la destra era occupata dai monarchici (les ultras).

Nel corso del Novecento, la destra ha compreso posizioni ideologiche come il conservatorismo, il nazionalismo, il liberismo, il cristianesimo democratico e il liberalismo. Mentre in Italia ha prevalso a lungo l'uso del termine "destra" per le posizioni più estreme dello schieramento politico, in altri Paesi, come la Francia o il Regno Unito, tale espressione è stata utilizzata per definire partiti di "destra moderata" o di centro-destra. In questo senso, i maggiori esponenti di tale destra nel Novecento sono forse stati Margaret Thatcher e Ronald Reagan, che hanno contribuito a trasformare il conservatorismo da ideologia statalista e protezionista in un pensiero prevalentemente liberale e individualistico.

La prima volta che in Italia fece capolino il termine "destra" fu in riferimento della Destra storica, cioè della classe dirigente liberale e conservatrice che governò il Paese dall'unità per trent'anni. Il Fascismo, che conquistò il potere nel 1922, è stato poi catalogato come ideologia di "estrema destra". Da allora, per lungo tempo, si è usato il termine "destra" principalmente per riferirsi ai partiti neo-fascisti (come il Movimento Sociale Italiano) e monarchici (come il Partito Nazionale Monarchico). Nonostante ciò, anche il Partito Liberale Italiano è stato talvolta considerato la destra dell'arco costituzionale.

Per Mussolini tuttavia il Fascismo non c'entrava nulla con la destra[1].

Nella situazione attuale, nella fase della cosiddetta Seconda Repubblica, i partiti che si considerano parte della destra sono: Alleanza Nazionale, La Destra e il Movimento Sociale Fiamma Tricolore. Esiste poi un partito di centro-destra, Forza Italia, che si presenta alle elezioni del 2008 insieme ad Alleanza Nazionale e a gruppi minori all'interno de Il Popolo della Libertà. L'alleanza di quest'ultimo con la Lega Nord rappresenta l'evoluzione delle coalizioni di centro-destra avutesi dal 1994 ad oggi, il Polo delle Libertà e la Casa delle Libertà.


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